Ho fatto tre pastiere, ricetta consolidata e ormai da anni sul ricettario ufficiale del bimby, ma ho piacere di metterla anche sul mio blog. Gli altri anni con lo stesso ripieno ne facevo due, ora ho ridotto un pò il ripieno perchè mi sembravano troppo ghiotte e quindi ho fatto una dose e mezzo di frolla e ce ne sono venute tre
INGREDIENTI
- Frolla: gr. 150 burro gr. 200 zucchero 2 uova vanillina buccia di limone 1 pizzico di sale gr.450/470 farina 1cucchiaino di lievito per dolci, .
- Ripieno: gr. 500 ricotta di pecora 1 confezione di grano precotto per pastiera gr. 200 latte gr. 200 zucchero gr. 40 burro gr. 30 fiori d’arancio 5 uova gr. 100 canditi di cedro e arancia a dadini, a piacere cannella in polvere
ESECUZIONE
Frolla: inserire nel boccale burro e zucchero, 10 sec. Vel. 5/6, unire tutti gli altri ingredienti e impastare 10/15 sec. da vel. 4 a Vel. 6.
Togliere dal boccale e riporre in frigorifero avvolta da un telo o carta forno.
Ripieno:Inserire nel boccale il grano precotto(sgocciolato dal liquido di conservazione), il latte e il burro e cuocere 10 min. 100° Vel. [counterclock][soft] e togliere dal boccale, far raffreddare in una ciotola.
Posizionare la farfalla: inserire zucchero e uova e montare 3 min. 37° Vel. 2/3, unire la ricotta e amalgamare qualche secondo a vel. 2/3, dopodiché i canditi gli aromi e di nuovo amalgamare a Vel. 2/3. Togliere dal boccale e unire alla preparazione del grano, girando con un cucchiaio di legno.
Comporre la pastiera: queste preparazioni basteranno per due torte di diametro 22/24, oppure per una molto grande. Dividere quindi l’impasto e stendere come una crostata, consiglio di farlo su carta forno che lascerete nella cottura. Versare metà ripieno e livellare, ricoprire con le striscie.
Cottura: la cottura della pastiera richiederà circa 1 ora a temperatura dai 150 ai 170°, servire spolverizzata di zucchero a velo.
Servita dopo due giorni, e migliore.
storia
fu inventata probabilmente nella pace segreta di un monastero dimenticato napoletano. Un'ignota suora volle che in quel dolce, simbologia della Resurrezione, si unisse il profumo dei fiori dell'arancio del giardino conventuale. Alla bianca ricotta mescolò una manciata di grano, che, sepolto nella bruna terra, germoglia e risorge splendente come oro, aggiunse poi le uova, simbolo di nuova vita, l'acqua di mille fiori odorosa come la primavera, il cedro e le aromatiche spezie venute dall'Asia
la torta che fa sorridere
Si racconta che Maria Teresa D'Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana. Pare che a questo punto il Re esclamasse: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".
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